16/10/2014
Ostrale Art Fair, Mattatoio #5 – Dresda
Arte è aggiunta di senso.
Sul concetto di gratuità e astrazione, due categorie definiscono la natura della bellezza in un’opera d’arte.
È gratuito il tendere alla perfezione assoluta del concetto e della forma, una impresa imposta dal semplice desiderio di tendere il limite del possibile, arrivare alla estrema conseguenza astratta. Tendere al meglio come atto di devozione alla natura spirituale del proprio essere. Il migliore è sempre al di là del possibile, con la giusta preparazione e il necessario abbandono, si creano le premesse per il miracolo, il salto nel ritmo, la precisione millimetrica. Un opera è sempre il risultato di un desiderio smisurato, la natura stessa della meraviglia si nasconde in questo segreto, il piacere semplice di fare il meglio, tendere al meglio come atto di devozione e rispetto per il lavoro. Una azione rituale, tra le righe, nello spazio del non richiesto, quel che è essenziale aggiungere per non morire di sola materia. Un’opera contemporanea o ha in sé questo aspetto spirituale e insieme paradossale o non è nulla, neanche decorazione, pura casualità senza significato. In una visione spirituale l’opera opera, acquista il sapore della visione, del non materiale.
Il non quantificabile, quel che esiste in una idea.
